Ladispoli, Auditorium Massimo Freccia. Rewind…tutta un’altra storia

di Furio C Falvo

Diciamola tutta: Rewind è un tentativo. Un’ora e tre quarti di energia nostalgica, a botte di Please don’t go, riedizione di sigle TV anni 90, grandi hit di Gianni Morandi e Raffaella Carrà, con annesso poker di ragazze di Non è la RAI, il programma di Boncompagni che ha tenuto banco per 4 edizioni fra il 1991 e il 95. Di certo, un’iniezione di brio, di colori, di voglia di esserci. Filo conduttore dello show, la narrazione alternata in prima persona del vissuto – Rewind, infatti sta per riavvolgere il nastro – di quegli anni, da parte delle protagoniste, Angela Di Cosimo, Eleonora Cecere, Pamela Petrarolo più Valentina Galdiero. Uno sguardo al transito frastornante dalla dimensione privata di ognuna alle vertigini di un successo improvviso, e dilagante, che avrebbe orientato per il resto della vita il percorso professionale delle giovani artiste. E fin qui, parliamo di sola musica, di effervescenza, di atmosfere da tele-discoteca, di emozioni raccolte e rilanciate, di piccole-grandi icone di un mondo ancora catodico ma già involato verso il sound degli anni 2000. Senonchè Rewind, per la regia di Luigi Galdiero, gioca la carta di un approccio esuberante, e mette insieme l’eco di due mondi che raramente si cercano, mandando in scena le stelle di un universo parallelo che di solito non ha occasione di brillare. Così, quando il filo del discorso si tinge di un qualche rimpianto per la dimensione umana e per il suo costo di rinunce e sacrifici, necessari per rendere omaggio allo show-business, ci si affida ai ragazzi che sentono la vita, ma non riescono a dirlo, che giocano con la musica ma solo se qualcuno li prende per mano, che hanno fame di vita a patto che altri insegnino loro come nutrirsi e che infine, senza forse nemmeno sapere come, riescono a dare infinitamente più di quanto abbiano ricevuto. I ragazzi di Nuove Frontiere Onlus – Parco degli Angeli e di Movi-Mente. Ragazzi e ragazze dal talento “diverso” la cui presenza getta su tutto una luce di verità. Perché loro non recitano… loro esistono. Non c’è più performance, ma desiderio, non messa in scena, ma affidamento sincero del loro stesso essere ai tempi e ai ritmi del gioco da cui si sono lasciati coinvolgere.

E ritorniamo al punto di partenza. Rewind è un tentativo, si diceva, di mettere insieme due dimensioni che nella natura ordinaria delle cose non sembrano destinate a prendersi. Raramente si cercano e il più delle volte, semplicemente si trovano. Il mondo patinato dei lustrini con i suoi frenetici meccanismi sempre ben tirati a lucido fino a rendersi impietoso, ed il mondo meno sgargiante ma ugualmente intenso e imprevedibile della disabilità che vuole uscire dal guscio e non chiede che di averne l’occasione.

“Lo spettacolo andrà in tour in altre piazze italiane – spiega Luigi Galdiero, che poi ammette soddisfatto – ma con Nuove Frontiere e con Movi-Mente stiamo già studiando qualcosa di nuovo. Non finisce qui.”